“Venerdì 23 settembre è la giornata internazionale indetta dal movimento Fridays for Future per lo sciopero globale per il clima, con manifestazioni in tutto il mondo. – ricorda Sinistra Anticapitalista Aprilia – Siamo di fronte a prospettive spaventose: le terribili inondazioni e gli incendi che stanno seminando desolazione, morte e paura ai quattro angoli del pianeta sono l’espressione concreta di ciò contro cui Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite mette in guardia da più di trent’anni, e contro cui i governi non hanno fatto nulla, o quasi.
Anche se si decidesse di attuare il più radicale degli scenari di stabilizzazione tra quelli proposti dagli scienziati del clima, cioè quello che potrebbe garantire la più rapida riduzione delle emissioni di CO2 e annullare le emissioni globali nette al più tardi entro il 2060 (riducendo anche le emissioni di altri gas a effetto serra), l’umanità si troverebbe comunque di fronte a prospettive terribili. Questa situazione di fatto ci costringe ad affrontare la realtà: siamo letteralmente sull’orlo del baratro.
Basta guardare i fatti. – scrive Sinistra Anticapitalista Aprilia – Sapendo che tre miliardi di esseri umani non hanno l’essenziale e che il 10% più ricco della popolazione emette più del 50% del CO2 globale, la conclusione è inevitabile: cambiare il sistema energetico per rimanere sotto 1,5°C dedicando più energia per soddisfare i legittimi diritti dei poveri, è strettamente incompatibile con la continuazione dell’accumulazione capitalista che genera distruzione ecologica e crescenti disuguaglianze sociali.
La catastrofe può essere fermata riducendo la produzione globale e nel riorientarla radicalmente per servire i veri bisogni umani, quelli della maggioranza, determinati democraticamente. Questo doppio movimento implica necessariamente la soppressione della produzione inutile o dannosa e l’espropriazione dei capitalisti, prima di tutto nell’energia, nella finanza e nell’agroalimentare. Richiede anche una drastica riduzione delle stravaganze di consumo dei ricchi. In altre parole, l’alternativa è drammaticamente semplice: o l’umanità liquida il capitalismo, o il capitalismo liquida milioni di persone innocenti per continuare il suo corso barbaro su un pianeta mutilato e sempre più invivibile.
Ecologizzare la vita sociale e socializzare l’ecologia è l’unica strategia che può fermare la catastrofe e far rinascere la speranza di una vita migliore per tutte e tutti. Una vita di cura delle persone e degli ecosistemi, ora e a lungo termine, dove la produzione di valori d’uso per la soddisfazione di bisogni reali, democraticamente determinati nel rispetto della natura, possa sostituire la produzione di beni per il profitto di una minoranza.
Questa prospettiva non si realizzerà da sola, è necessario l’impegno di tutte/i noi, a partire da subito! Ambientalismo e giustizia sociale devono coniugarsi in una prospettiva comune di trasformazione rivoluzionaria di questa società capitalista, iniqua e distruttiva”.