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Terrorismo islamico in terra Pontina? “Politica miope”

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Terrorismo islamico in terra Pontina? Ne parliamo con Elvio Vulcano,  coordinatore nazionale del sindacato di polizia Ugl-LeS.

“Siamo poco dopo l’attentato di Berlino del 19 dicembre 2016, che ha provocato 12 morti e 56 feriti tra gli avventori di un mercatino di Natale ad opera di Anis Amri, tunisino arrivato a Lampedusa su un barcone di migranti: le operazioni d’intelligence hanno portato alla luce una mappa dei luoghi dove il terrorista ha vissuto e soggiornato in Italia. Non solo l’autore della strage di Berlino Anis Amri ma anche il killer di Marsiglia, Ahmed Hanachi, è vissuto in Italia, in particolare nel comune di Aprilia, la terra pontina diventata di fatto un collegamento fra questi due soggetti. I servizi d’investigazione mirano a capire perché proprio qui hanno vissuto due terroristi islamici pronti a colpire in Europa. L’indagine, condotta dal pm Sergio Colaiocco, è iniziata dall’esame dei tabulati del cellulare di Amri. Nei mesi successivi all’attentato sono stati, poi, espulsi dal territorio italiano tre dei suoi conoscenti che vivevano in provincia di Latina e ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale. Con gli arresti di questi giorni, disposti dal Gip di Roma Costantino De Robbio, viene dimostrato che la rete intessuta da Amri nel nostro Paese potrebbe non essersi limitata ai tre espulsi. La polizia, su ordine del Gip di Roma, ha notificato il mandato di cattura a cinque stranieri tra cui il palestinese Abdel Salem Napulsi, 38 anni, accusato di terrorismo che prima del fermo, avvenuto nell’ottobre scorso a Latina durante un controllo antidroga ha cercato di acquistare o noleggiare un mezzo, un modello tipo pickup, adatto a montare armi da guerra. A lui gli investigatori della Digos sono arrivati passando al setaccio la rubrica di Anis Amri, il quale nell’estate del 2015 trascorse almeno una decina di giorni ad Aprilia ospite del suo amico Montassar Yakoubi, conosciuto a bordo del barcone che portò entrambi a Lampedusa nel 2011. Il Napulsi ha avuto contatto diretto con ambienti riconducibili all’Isis attraverso uno dei cellulari di Khazri Mounir, noto spacciatore radicalizzato a Latina.  Gli altri quattro arrestati sono i tunisini Akram Baazaoui, Mohamed Baazoui, Dhiaddine Baazaoui e Rabie Baazoui: a loro la procura di Roma contesta l’associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione dei documenti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Anch’essi, in contatto con un amico di Amri, hanno fatto entrare illegalmente in Italia un centinaio di connazionali, ai quali – dietro il pagamento di grosse somme di denaro – fornivano carte d’identità e patenti fasulle per proseguire il viaggio verso Francia e Germania”.

Prosegue Vulcano: “Ora, al punto in cui siamo, è troppo tardi e dobbiamo usare tutta la forte preparazione della nostra intelligence e della nostra polizia per difenderci dai danni di una politica miope. Sarebbe, inoltre, giusto chiedere conto di tutto questo a chi ha avuto compiti istituzionali nella provincia pontina: chi doveva vigilare? chi e come ha distribuito i richiedenti asilo sul nostro territorio? Un altro aspetto, che potrebbe apparire marginale ma che invece è rilevante ai fini dell’effettiva operatività di una necessaria azione di prevenzione, riguarda la composizione della commissione esaminatrice delle richieste di asilo, dalla quale da poco tempo è stata estromessa la figura dell’addetto della Polizia di Stato ed introdotta invece quella del mediatore culturale. Noi riteniamo, tuttavia, che questo apparentemente ininfluente cambiamento possa avere, nella realtà, ben più pesanti e complesse conseguenze, facendo rispondere nei fatti l’attività di prevenzione (ma anche di mantenimento dell’ordine pubblico) ad una logica, pur necessaria per le sue implicazioni umanitarie, puramente sociologica o psicologica. Noi sappiamo, per annosa esperienza, che la prevenzione la si fa sui luoghi dove si ritiene possano esistere criticità nella sicurezza ed estromettere la principale forza di polizia del Paese da un organo così delicato come la Commissione può, di fatto, privare l’attività preventiva di ogni e qualunque effettiva incisività”.

Ha poi concluso Vulcano: “Vanno fatte alcune considerazioni finali: perché dalla Commissione è stata tolta la figura dell’appartenente alle Forze dell’Ordine; chi ha potuto far rimuovere un componente così importante da tale Commissione? a chi ha arrecato giovamento questa improvvida scelta? perché non si procede ad incrementare le forze dell’ordine territoriali con figure che possano veramente contrastare la criminalità organizzata e il terrorismo?”

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