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TRANSAZIONI ONLINE: LA SICUREZZA IN RETE

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In questi ultimi mesi stiamo assistendo a una vera e propria esplosione delle transazioni online e di offerte specifiche per questo tipo di esigenza.

Chiaramente l’emergenza sanitaria, che speriamo ora di lasciarci alle spalle, ha molto influito sulla questione, facendo aumentare l’e-commerce e quindi gli acquisti online. Sono nettamente aumentate anche le proposte di cashback tramite gli e-wallet, che consentono oltre alla restituzione di una percentuale del denaro che si spende negli acquisti, anche il cumulo di punti da trasformare poi in buoni acquisto.

Insomma, non solo stiamo definitivamente salutando la moneta di carta ma anche le carte (di credito e di debito o ricaricabili) stanno diventando digitali. Questo in sintesi e nei fatti vuol dire che basterà uno smartphone per fare qualsiasi tipo di transazione.

Chiaramente, di fronte a queste rivoluzioni che vedono i nostri dati viaggiare nella rete e “rimbalzare” dal nostro telefonino alle varie piattaforme sulle quali acquistiamo beni e servizi, il tema della sicurezza diventa centrale. Ecco perché per molte società e molti fornitori digitali, una delle informazioni primarie nei confronti dell’utente-consumatore riguarda proprio le caratteristiche relative alla sicurezza dei dati personali, non a caso detti anche dati sensibili.

Se quindi da un lato i big usano proprio la sicurezza come cavallo di battaglia nel complesso mondo dell’advertising, dall’altro gli utenti è bene che adottino alcune accortezze quando scelgono il portale o lo strumento attraverso il quale fare acquisti o trovare servizi.

Una delle app più utilizzate in rete è la messaggistica, e forse alcuni si ricordano l’incidente di qualche mese fa di Whatapp che ha visto un’ampia fetta di utenti migrare su altre piattaforme come Telegram: in quel caso non è per niente piaciuta l’idea che sulla propria app di messaggistica comparissero pubblicità. Questo perché le pubblicità sono ormai targettizzate, ovvero ci appaiono quelle relative al nostro trend di consumi e ciò significava essere profilati. Ecco perché poi Whathapp ha fatto un passo indietro. Ma passiamo alle piattaforme, se parliamo di digitale viene immediato pensare al settore entertainment, quello della cultura, dei film e dello svago.

Ha funzionato benissimo la Call to Action di Netflix, che ha raccolto abbonati dichiarando che nell’istante stesso in cui non si desiderava più il servizio, la piattaforma avrebbe smesso di prelevare l’ammontare mensile dell’abbonamento. Funzionano molto bene anche le piattaforme di gioco come quelle di gaming, dove, grazie alla regolamentazione dei monopoli, è possibile giocare solo su casino online sicuri perché certificati, corretti e attenti alle esigenze dei giocatori, proprio perchè con certificazione delle dogane, e che diano quindi la garanzia di accedere ad un divertimento ‘controllato’.

Ecco, questi due esempi possono assurgere a una sorta di guida per aiutarci nella scelta dei siti dove decidiamo di acquistare o effettuare le nostre transazioni.

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