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Venerdì sera al teatro Fellini di Pontinia in scena lo spettacolo “Svelarsi”, progetto di Silvia Gallerano. In sala un pubblico esclusivamente di donne.

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Questo venerdì sera al teatro Fellini di Pontinia va in scena lo spettacolo “Svelarsi”, progetto di Silvia Gallerano. L’appuntamento, che precede la stagione di prosa ufficiale, è partire dalle 21.00. Lo spettacolo prevede in sala un pubblico esclusivamente di donne (cis, trans e non binarie). Tutte quelle persine, insomma, che si sentono (anche) donne.

Svelarsi si rivolge a un pubblico esclusivamente di donne (cis, trans e non binarie). Tutte quelle insomma che si sentono (anche) donne: non si tratta solo di creare uno spazio sicuro per chi è sul palco, ma anche di permettere a chi guarda di sentire il proprio corpo risuonare più profondamente con quello che vede, nudo, in scena.

Lo stesso giorno dello spettacolo nel foyer del teatro ci sarà il primo appuntamento 2022/2023 di EFFETTI COLLATERALI (Incontri propedeutici agli spettacoli) dal titolo Il Corpo si fa spazio.

Anna Eugenia Morini converserà con Giulia Cannizzaro, Irene Fucsia (Centro donna Lilith) e Anna Claudia Petrillo (Sei come sei Arcigay Latina).

Inizio incontro ore 19:45. Inizio spettacolo ore 21:00. La partecipazione all’incontro di approfondimento è gratuita.

noltre, al termine dello spettacolo, l’autrice e Regista Silvia Gallerano si tratterrà con il pubblico per condividere impressioni e riflessioni sul suo lavoro.

Frutto della collaborazione, preziosa ed ormai radicata nel tempo con PAV – eccellenza nazionale nella progettazione e produzione delle performing arts all’interno del progetto Life on marsh. In scena – in anteprima nazionale-  il nuovo atteso progetto di Silvia Gallerano “ Svelarsi”.

“La partenza della Stagione di prosa sarà annunciata a breve ma le attività del Fellini sono svincolate ed in realtà siamo partiti, con Short Theatre la scorsa settimana, e molti altri saranno gli appuntamenti che precederanno l’avvio del cartellone di prosa e danza. La collaborazione con PAV e Area06 fa parte di un percorso che è stato attivato tre anni fa e che ha come obiettivo fare di questo territorio un luogo di riferimento per la scena contemporanea italiana. Lo spettacolo in questione in particolare utilizza il teatro per attivare una riflessione ed un confronto su temi che riguardano il femminile, il confronto con la cultura patriarcale e il rapporto tra corpo e società. Ancora una volta una occasione per sottolineare la funzione di un teatro attivo e il ruolo che uno spazio deve assumere all’interno di una società”

Clemente Pernarella

Lo spettacolo Svelarsi prevede in sala un pubblico esclusiva-mente di donne (cis, trans e non binarie). Tutte quelle insomma che si sentono (anche) donne.

SVELARSI

VENERDI 30 SETTEMBRE ORE 21.00

TEATRO FELLINI PONTINIA

INGRESSO EURO 10,00

INFO E PRENOTAZIONI 392 540 75 00

Svelarsi

Drammaturgia e regia di Silvia Gallerano

Di e con Giulia Aleandri, Elvira Berarducci, Smeralda Capizzi, Benedetta Cassio, Livia De Luca, Serena Dibiase, Chantal Gori, Giulia Pietrozzini e Silvia Gallerano

Luci di Camila Chiozza

Una produzione PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe

In collaborazione con Teatro di Dioniso

Con il contributo di MiC – Ministero della Cultura e Regione Lazio

Mi sento invasa dai consigli non richiesti

dal mio bisogno di sembrare sempre dignitosa

dai libri sul mio comodino.

Mi sento invasa dagli insetti

dalle cimici dalle ciglia indebolite

dai capelli, prodotti per capelli, capelli nel letto, per terra, capelli bianchi.

Mi sento invasa dall’elettricità

dalla luce e la luce al neon bianca dei negozi

dal riscaldamento a schiaffo quando ci entri

dal produci consuma produci consuma produci consuma.

Mi sento invasa dalla dipendenza dall’erba che non mi fa ricordare i sogni al mattino

dai mezzi pubblici la notte quando ci sono solo maschi a bordo

da mia madre che ancora mi sbuccia la frutta

Ora io vi sembro piccola. Vi ingannate. Fra poco porterò 53 di piede. Le mie cosce misureranno 2 metri di diametro. I capelli cresceranno spessi come crini di cavallo. Gli occhi saranno talmente grandi che nelle orbite non ci staranno. Le mani, poi, saranno gigantesche e quando ne alzerò una per grattarmi la testa, scapperete via, terrorizzati. Sarò enorme (…) Non vi sembrerò più piccola. Sarò sconfinata

Svelarsi è un’altalena tra questi stati: un senso di invasione, una mancanza di spazio, una compressione, da una parte. La potenza, lo strabordare, la risata travolgente, dall’altra.

La cultura patriarcale che ancora ci circonda, insegna alle donne, sin da piccole, a limitare i propri desideri di potenza, ad accettare invasioni di campo da parte dell’altro sesso (dove il campo è il corpo), a mettersi in disparte e per senso di costrizione spesso a esplodere.

Si parte da vissuti diversi che hanno una nota comune: di umiliazione, di mutilazione, di invisibilità. Messi insieme, tutti questi vissuti, si mostrano per quel che sono: semplici soprusi, spesso meschini. Ne si vedono i contorni tragicomici, si impara a riderci su e a rispondere con una potenza che non è stata sopita.

Il lavoro di scrittura è un lavoro condiviso: ogni attrice ha scritto con le parole o con il proprio corpo la sua presenza in questo lavoro. La scrittura è una scrittura non solo di parole, anzi, soprattutto di corpi. Le parole a volte sono gli inganni, il rumore dell’abituale: i corpi, in questi momenti di “svelamento”, rivelano la vera essenza, il discorso non articolato ma presente.

Anche per questo Svelarsi si rivolge a un pubblico esclusivamente di donne (cis, trans e non binarie). Tutte quelle insomma che si sentono (anche) donne: non si tratta solo di creare uno spazio sicuro per chi è sul palco, ma anche di permettere a chi guarda di sentire il proprio corpo risuonare più profondamente con quello che vede, nudo, in scena.

NOTE DI REGIA

Solo corpi femminili: è questo l’esperimento.

Quello che mi è chiaro è che Svelarsi non è uno spettacolo e basta.

Potremmo definirlo una miccia: un evento che accende delle curiosità, delle do-mande, una visione che interroga.

Potremmo definirlo un pretesto: una scusa per trovarsi in una platea separata e osservare l’effetto che ci fa.

A me piace chiamarlo esperienza o un’osservazione, perché è ancora aperta dentro di me la domanda di quale sia il risultato finale di questo percorso.

Credo che possa essere scritto solo con le persone che vi assistono.

Che lo spettacolo, se vogliamo chiamarlo così, sia la risultante dell’incontro sempre diverso tra chi è sul palco e chi è in platea;

che quello che desideriamo non sia la realizzazione di un oggetto artistico chiuso e definito bensì indagare quella zona fluttuante nella quale i corpi che sono sul palco incontrano quelli che sono seduti in platea.

Si tratta di una chiamata. Risponde chi la sente. Non è per tutti. È per chi ha voglia di incontrarci. Non ci mostriamo come animali di uno zoo. Accogliamo chi è interessata a rispecchiarsi.

Ci sono parole. Tante. Che coprono, che proteggono i corpi. E poi ci sono i corpi. Così come li guardiamo allo specchio quando ci svegliamo. Prima di camuffarli per camminare in mezzo agli altri. Sai quando si dice: immagina una persona che ti fa paura mentre è nuda. Per smontarla. Per vedere che è composta dagli stessi pezzi che compongono te. Ecco, noi ci spogliamo proprio. I nostri pezzi li mostriamo tutti.

E come i nostri corpi mostrati a pezzi, così si presenta il lavoro. Una composizione di quadri, fatti di immagini e parole. Una successione di tappe, per arrivare ad assemblare i giusti pezzi, per trovargli collocazione.  Per trovargli visione.

Le protagoniste in Svelarsi

Silvia Gallerano

“Straordinaria, sublime e da strapparti la pelle di dosso” (The Guardian) Silvia Gallerano vince (prima attrice italiana) il premio The Stage 2012 for Acting E-xcellence per l’interpretazione de La Merda. “Una assoluta scoperta per il cinema” secondo Marco Giusti a Stracult (Rai2), per la sua interpretazione di Betta in Riccardo va all’inferno di Roberta Torre, la Gallerano lavora in molti altri film tra cui Ride di Valerio Mastandrea e Nome di donna di Marco Tullio Giordana, oltre che nella serie prodotta da Sky e scritta da Niccolo Ammaniti, Il Miracolo e in Chiamami ancora amore, regia di G. Tavarelli, produzione Indigo-Rai. È protagonista di Asino Vola di Paolo Tripodi e Marcello Fonte. È fondatrice della Compagnia Teatrale Dionisi, e in teatro ha lavorato, tra i molti altri, con Serena Sinigaglia, Veronica Cruciani, Francesco Micheli e Oscar De Summa. Conta preziose collaborazioni con il mondo della letteratura: da John Berger a Suad Amiry e Assia Djebar.

Giulia Aleandri

Laureata al Dams di Bologna, si diploma presso la Scuola Internazionale di Teatro di Roma. Lavora come attrice, regista e insegnante teatrale in Italia e in Cile. È referente italiana del progetto internazionale Gabinete – teatro para un espectador e co-fondatrice del collettivo artistico La Furibunda con sede in Italia e in Francia. Ad oggi ha collaborato tra gli altri con Gary Brackett, Harif Ovalle, Domingo Tessier, Maria José Parga, Merced Productora, Adelita Husni-bey, Teatro Potlach.

Elvira Berarducci

Mi sento un piccolo ibrido teatrale. Posso amare il palcoscenico da ogni angolazione possibile: mi emoziona calpestarlo, sbirciarlo da una quinta, osservarlo dalla regia, goderne dalla platea. Mi appassionano le storie possibili tutt’intorno, le magie di cui si diviene capaci a starci sopra. Il Teatro tutto mi innamora. Per questo ho voluto saperne di più e un giorno mi sono laureata cum laude in Teatro, Cinema, Danza e Arti Digitali presso l’Università La Sapienza di Roma. Ho studiato recitazione con il maestro Claudio De Maglio e poi con artisti come Roberto Latini, Andrea Battistini, Filippo Gili, Jan Klata, Leo Muscato e Giancarlo Sepe. Mi sono diplomata come attrice presso l’Accademia Internazionale di Arte Drammatica del Teatro Quirino di Roma e ho lavorato con registi come Carlo Boso, Matteo Tarasco, Maurizio Panici e Elena Serra. Sono stata assistente alla regia di Gabriele Lavia, Marco Calvani, Fabrizio Arcuri, Industria Indipendente, Valter Malosti e Michela Cescon e dal 2014 collaboro con Federica Rosellini come attrice e aiuto regia.

Smeralda Capizzi

Attrice e autrice di verve comica. Non sa mettere un limite alle sue battute, a meno che non si parli di Viriginia Wolf.

È stata interprete di molti spettacoli del TIDA – Théâtre Danse (dal 2006 al 2019) e insieme a Marco Chenevier si è occupata della direzione artistica della compagnia. È stata co-direttrice artistica di diversi eventi tra cui il Festival “Morg-Ex Machina” (2006-2016), il “Roma Street Art Festival” (2011-2012), la rassegna itinerante “Le marmotte non dormono” (2011-2013) ed è stata co-ideatrice e responsabile di produzione del Festival T*Danse – Danse & Technologie – (2016-2019).

Ama il caffè, i bar giusti in cui fare aperitivo e il colore verde. Ha promesso che l’anno prossimo finalmente aprirà il suo account Instagram.

Benedetta Cassio

Mi chiamo Benedetta Cassio, ho 31 anni e sono nata e cresciuta a Roma. La comunicazione e la sua funzione esistenziale e pedagogica sono sempre state al centro delle mie scelte formative e lavorative: dopo aver studiato la LIS mi sono laureata in insegnamento dell’italiano a stranieri a Siena. Quando la vita, per altre ragioni, mi ha riportata a Roma ho ripreso a studiare recitazione per sopperire ad un brutto periodo e lì ho deciso di convogliare tutte le mie energie e risorse alla realizzazione di un sogno antico: lavorare in teatro.

Livia De Luca

Nasce a Roma nel 1995. Intraprende il percorso teatrale fina da bambina conseguendo nel 2017 il diploma d’arte drammatica nella scuola di recitazione Teatro Azione. Prende parte a numerosi spettacoli in qualità di attrice tra cui “La contessina Julie” di Strindberg, “Orgia” di Pier Paolo Pasolini, “Maddalè” di Paolo Congi, con cui partecipa nel 2019 al TACT festival di Trieste. Dal 2017 lavora con la compagnia teatro di strada Fenix1530 di Luca Basile. Dal 2018 lavora con la compagnia Versus, fondata insieme ad alcuni colleghi diplomati al Teatro Azione.

Serena Dibiase

Serena Dibiase è autrice, ricercatrice e compositrice di linguaggi e segnali sonori. Suoi testi poetici sono pubblicati per Manni ed., Italic Pequod ed., edizioni La Gru. Nel corso della sua ricerca artistica ha collaborato come performer con Castellucci, Adriatico, Guidi, Motus, Kijartansson, Macellerie Pasolini, Ballico. Svolge la sua indagine all’interno della sperimentazione sonora e del vocal/soundscape. Collabora con realtà performative indipendenti, ed è autrice e voce per Radio città Fujiko e Fango Radio.

Chantal Gori

Attrice romana di 35 anni, si diploma presso la scuola d’arte drammatica “Teatro Azione” diretta da Cristiano Censi e Isabella del Bianco. Fra i vari docenti studia anche con il regista Giancarlo Fares e l’acting coach Francesca Rizzi. Continua il suo percorso formativo con l’intento di affinare gli strumenti corpo e voce attraverso il metodo Mejerchol’d, il metodo Feldenkrais e il metodo Michail Checov. Successivamente continua a formarsi frequentando diversi seminari e workshop con insegnanti e registi quali Maria Consagra, Jean-Paul Denizon, Andrea Baracco, Filippo Gili.

Lavora a Teatro con registi quali Giancarlo Fares, Marco Martinelli della Com-pagnia delle Albe, Eduardo Ricciardelli, Daniele Nuccetelli. Lavora inoltre per alcune serie tv, cortometraggi e videoclip musicali. Dal 2021 ha iniziato a collaborare con l’acting coach Alessandro Prete.

Giulia Pietrozzini

È autrice, sceneggiatrice e performer. Studia narrativa alla scuola della casa editrice Minimum Fax e sceneggiatura – con borsa di studio – alla scuola dell’Anac Leo Benvenuti. Perfeziona la sua formazione frequentando le masterclass di Cristian Ceresoli, Lucia Calamaro e Letizia Russo. Ottiene il course certificate in Feminism and Social Justice dell’Università della California Santa Cruz. Per il teatro ha scritto Maschere Folli, spettacolo vincitore del bando Yorick Festival del Comune di Roma (2013) e Ippoterapia (2019). Fa parte di Ostudio, progetto di coabitazione artistica. Attenti a come parlate in sua presenza: ci tiene all’utilizzo di un linguaggio inclusivo. In armocromia la sua stagione è l’autunno, quindi si abbina solo coi colori caldi. È invasa dai libri sul suo comodino.

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