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Via Rasella, l’Anpi di Latina sulle dichiarazioni di La Russa: “Parole indegne”

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Come Comitato Anpi Provinciale Latina,intendiamo manifestare il pieno disappuntoverso leparole indecenti con le quali ancora una voltaIGNAZIO LA RUSSA prova a voler riscrivere lastoria.

E lo fa con atteggiamento offensivo, sprezzanteeindubbiamente indecoroso, per la piu’ alta carica dello Stato dopo quella del Presidente della Repubblica, nei confrontidi partigiani e partigiane che lottarono e ci consegnarono l’ Italia libera, la libertà diparola, libertà di espressione.

Usa la libertà individuale per un lucido quantocalcolato piano di tagliare le radici antifasciste della Repubblica.

Pensiamo sia in atto, un lucido quantocalcolato piano per poter governare senzalacci lacciuoli.

Riportiamo pienamente condivisa ladichiarazione del nostro Presidente NazionaleGianfranco Pagliarulo.

“Le parole di La Russa sono semplicementeindegne per l’alta carica che ricopre erappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo edelegittimare la Resistenza. Il terzo battaglionedel Polizeiregiment colpito a via

Rasella mentre sfilava armato fino ai dentistava completando l’addestramento perandare poi a combattere gli Alleati e ipartigiani, come effettivamente avvenne. Glialtri due battaglioni del Polizeiregiment eranoda tempo impegnati in Istria e in

Veneto contro i partigiani. L’attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani, fu la più importante azione diguerra realizzata in una

capitale europea. Dopo la Presidente delConsiglio, anche il Presidente del Senato fafinta di ignorare che non furono i soli nazisti aorganizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto diautorità fasciste italiane”

È il momento di contrapporre a tutto ciò unanuova narrazione della Resistenza, non più come ultimo atto di una storia oramai lontana,ma come codice

d’interpretazione della Costituzione econseguentemente come scrigno di valori,

cioè come strumento vivo e operante della politica nel tempo in cui viviamo. Quandoparliamo di libertà, eguaglianza, democrazia, lavoro, pace, solidarietà, non sgraniamo unostanco rosario di parole decotte, marappresentiamo esattamente i nodi cruciali emodernissimi dell’Italia costituzionale, su cui qui ed ora dobbiamo misurarci, dai migranti aidiritti umani, dalla condizione dei lavoratori allatassazione progressiva, dalla libertà di riunione e di manifestazione al rilancio della pienezza della democrazia al drammatico tema dellaguerra. ben vedere, quelle parole disegnanoun progetto di società di liberi ed eguali.

In Costituzione la parola Italia è scritta solo duevolte: l’Italia è una repubblica

democratica fondata sul lavoro; l’Italia ripudiala guerra. Questa Italia, l’Italia che è unita che unisce, l’Italia della Resistenza di 80 anni fa, dell’impegno civile e sociale di oggi, della libera possibilità di futuro, è esattamente il contrario del Paese della divisione e del rancore che ci ha rappresentato con le sueparole il Presidente del Senato”.

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